Il primo incontro si è aperto con un’illustrazione del progetto del Contamination Lab, laboratorio che da anni aiuta gli studenti del nostro Ateneo a capire cosa davvero significhi “Fare l’Imprenditore”. Il Dottor Lucio Zanca, Talent Designer, ci ha illustrato il retroscena dell’essere imprenditore: tale qualifica non dipende da un titolo di studio, ma dal bagaglio personale che ognuno di noi porta dentro. Essere imprenditori richiede “SPIRITO IMPRENDITORIALE” ovvero un insieme di coraggio, intraprendenza, responsabilità, pazienza. PASSIONE, follia, sacrifici. Essere imprenditori rappresenta un cambiamento, ma cambiare non deve avere per forza una connotazione negativa,anzi, deve essere visto come una: “NORMALE EVOLUZIONE DI UN PERCORSO”. Analizzando etimologicamente il termine “IMPRENDITORE” ci si rende conto che ha un collegamento molto stretto con l’espressione “andare a prendere” perché l’imprenditore non è colui che si accontenta, ma è colui che va a prendere ciò che davvero desidera perché mosso da una passione che gli fa sentire le farfalle nello stomaco, che lo fa sentire vivo. E’ un po’ come quando ci si innamora: si ha voglia di rischiare, di mettersi in gioco per un’esperienza, per una persona di cui non si sa nulla. Così l’imprenditore mette su un’idea che è soltanto quella, un qualcosa di teorico, con mille rischi e contraddizioni, ma nonostante tutto si butta.