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Di buon’ora ci ritroviamo tutti su un autobus diretto a Macerata per l’incontro con gli studenti del LUCI – Laboratorio Umanistico per la Creatività e l’Innovazione – dell’università cittadina e del ContaminationLab di Ancona. Durante il viaggio tutti dormono per recuperare qualche ora di riposo ed io guardo fuori dal finestrino il paesaggio mutare, troppo emozionata per perdermi qualche istante.

Arriviamo, Macerata è stupenda.

Dopo pochi attimi siamo all’interno del centro storico e ci accomodiamo in una luminosa stanza universitaria in mezzo a tanti altri partecipanti. Ospiti dell’incontro sono due rappresentanti di “Tonidigrigio”, agenzia di comunicazione e marketing di Jesi che si sono offerti per regalare la loro testimonianza ai partecipanti.

Nel corso della mattinata vengono trattate tematiche dettagliate e generali allo stesso tempo: si parla di tecniche di comunicazione, di aspettative del fruitore, di relazione agenzia-azienda, di branding e di teorie. Tutto viene condito dalla passionale enfasi con cui i relatori si pongono ai presenti, anche mostrando esempi tratti da progetti che hanno realizzato in prima persona, molto utili per facilitare la comprensione dei concetti esposti a chi non mastica quotidianamente certe tematiche.

Grazie alla loro relazione apprendiamo che le agenzie si occupano in maniera estesa del linguaggio, e per farlo si avvalgono di 3 passaggi essenziali: 1 – Osservazione ovvero analisi di ogni segmento di mercato che si avvale di una propria grammatica; occorre saperla riconoscere per poter comprendere i messaggi in uscita e diffonderne in entrata uno nuovo; 2 – Decodifica ovvero l’uso degli insiemi (o dei nuclei) di comunicazione per misurare in che modo l’azienda e i sui concorrenti li stanno utilizzando; la comunicazione si può stratificare con l’uso di registri diversi: visivo, comunicativo e dei mezzi; 3 – Selezione ovvero il posizionamento del proprio prodotto/servizio in funzione della differenziazione rispetto ai competitors.

In linea di massima, oggi le persone vengono sempre più attratte dalle motivazioni celate dietro alla realizzazione più che alle caratteristiche in sé di un certo prodotto o servizio, a tal proposito si è compreso che l’orientamento della comunicazione deve rispondere a 3 domande poste in un certo ordine: Perché? Come? Cosa? – non il contrario. Il bisogno ricade sul far comprendere agli altri il proprio punto di vista: se si è capaci di convincerli dei propri valori il gioco è fatto. Quando si recepisce il vero messaggio collegato ad ogni brand è possibile fidelizzarsi perché l’obiettivo aziendale diventa il proprio e non si fa più qualcosa per arricchire gli altri ma per arricchire se stessi attraverso un contenuto condiviso di valori.

Se si è in sintonia tra le due parti coinvolte (azienda e clienti), la comunicazione può funzionare, se le aziende non riescono a capire il motivo delle proprie azioni è difficile riuscire a stabilire un qualsiasi tipo di relazione – sia con il proprio team di collaboratori che con i possibili fruitori finali. Deve esserci un arricchimento reciproco perché se si ha la fiducia delle persone tutto può essere fatto. Si dice che “quello che fai è interessante, come lo fai è importante ma il perché lo fai è decisivo.

Conclusasi la mattinata, dopo un caloroso ringraziamento per le nozioni ricevute ci viene offerto un pranzo a buffet prima di passare al programma del pomeriggio, in cui siamo coinvolti in un business game. Il gioco – Snowflakes Business Game – prevede la creazione di gruppi eterogenei a cui viene assegnato un budget di spesa per acquistare materiale da utilizzare per la realizzazione di fiocchi di Natale da vendere poi al “mercato”. Il mercato accetta soltanto fiocchi di Natale che possiedano specifiche caratteristiche, le quali ovviamente non sono svelate ai produttori. Per questi ultimi, pertanto, la sfida è quella di essere capaci non tanto a realizzare il fiocco di Natale più bello o più originale, ma a comprendere prima degli altri i gusti e le preferenze del mercato, riuscendo a captare e interpretare attentamente i segnali disponibili. Un gioco molto divertente che ci ha trasmesso messaggi molto importanti: la necessità di osservare sempre l’andamento del mercato e intercettare le sue esigenze, l’importanza del processo di ideazione-verifica-modifica del prodotto, l’importanza del timing, la capacità di lavorare in gruppo e di suddividersi le mansioni.

Il gioco si è concluso con la premiazione dei gruppi che sono riusciti a guadagnare più denaro attraverso la vendita dei loro fiocchi di Natale e con la rivelazione di tutti i retroscena del gioco.

Prima di ripartire si opta per una bella foto di gruppo per immortalare il momento e portarsi a casa un piacevole ricordo della giornata. Una giornata molto piena e istruttiva, che occupa i miei pensieri durante il viaggio di ritorno a Urbino: sono certa che difficilmente verrà dimenticata.

Daniela Arena